Concorso di bellezza a lama

giovedì 2 luglio 2009

Lo vendiamo il Selci Nardi?

Da qualche giorno si sente parlare in paese di una questione, in verità piuttosto inquietante, che riguarda la società Selci Nardi, quella che per tutti è “la sportiva”.
Una cordata di imprenditori di Città di Castello si dice interessata a entrare in società (o addirittura a rilevarla, non si è capito bene), con l' obiettivo dichiarato di portarla molto in alto nei campionati regionali.
Queste persone erano nello staff di Ponti, il padre-padrone del Castello Group, approdato quest' anno in serie “D” nazionale.
Alcuni di questi personaggi godono di ottima reputazione, altri hanno una fama del tutto opposta, ma rimane da capire quali siano i loro veri scopi.
C' è chi dice che abbiano voglia di rivalsa nei confronti di Ponti, di dimostrargli che anche loro sono capaci di far bene, e che vogliano un buon punto di partenza da cui iniziare la scalata ai vertici del calcio regionale; in quest' ottica la prima categoria del Selci sarebbe piuttosto appetibile, unitamente alla oggettivamente ottima qualità degli impianti, della storia e del prestigio in ambito regionale (in realtà quest' ultimo è stato quasi del tutto annullato negli ultimi anni).
Quello che possiamo dire noi è che, dai numerosi casi di cui si ha notizia nei vari sport, queste esperienze non hanno mai portato nulla di buono. Si sono si visti dei brevi periodi in cui le squadre hanno macinato vittorie su vittorie, ma alla fine sono state lasciate, di punto in bianco, in braghe di tela.
Questo è il rischio principale a cui si espone il Selci, di trovarsi tra due o tre anni in promozione o in eccellenza, poi vedere la società trasferita a Città di Castello, o abbandonata senza un centesimo in cassa e senza giocatori e settore giovanile (l' eventuale situazione sopra descritta è quasi identica a quella attuale, l' unica differenza è che il Selci non è senza soldi in cassa, ma ha svariati debitucci pregressi).
Si capisce quindi come possa essere forte la tentazione di cedere alle richieste di una cordata che, tra le altre cose, appianerebbe tutti i debiti.
Ora restano da discutere i metodi, non credo che gli attuali dirigenti possano compiere un passo così importante senza convocare una riunione pubblica e sentire tutti i soci che, in quanto tali, avranno pure qualche diritto, o no?
Ora una piccola chiosa: rivendichiamo la giustezza delle teorie che abbiamo sempre espresso su questo blog, cioè che le associazioni dovrebbero avere sempre come obiettivo principale il bene del paese, altrimenti questa è la fine a cui sono destinate.
Per chi non segua le vicende calcistiche, riassumiamo la condizione attuale:
- il Selci ha perso il titolo sportivo, ma questo è il male minore
- non esiste più, da anni, un settore giovanile degno di questo nome e, quando c' è stato, è stato oltremodo trascurato
- i giocatori sono tutti in prestito o proprietari del proprio cartellino, per cui la società non dispone di nessun capitale
- la società non solo non ha un centesimo in cassa, ma ha accumulato un bel mucchio di debiti, con delle grosse somme che negli anni scorsi (non gli ultimi due) hanno preso delle vie tutt' altro che chiare.
Tutto ciò è frutto delle idee sballate che imperano nel mondo contemporaneo, in cui si corre dietro a effimeri successi e si perdono di vista le cose veramente importanti (di questioni extrasportive non vogliamo parlare).
A questo punto attendiamo sviluppi, sappiamo che ci sono stati contatti tra le due parti, qualcosa si può leggere sui giornali, ma è lecito dubitare delle verità che lì si trovano, quindi sarebbe opportuno che la dirigenza, perlomeno, diramasse qualche comunicato ufficiale.
Ora, per la rubrica “parole al vento”, invitiamo i lettori a esprimere un parere sulla questione.

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